Durante l’estate si trascorre più tempo all’aria aperta, prediligendo lunghe passeggiate nei parchi, in montagna e nei boschi.
Si è più esposti in questo modo ad essere morsi dalle zecche.
Questi insetti sono dei parassiti che si nutrono del sangue di altri animali come ad esempio cani, gatti e altri animali selvatici; occasionalmente anche dell’essere umano.
Hanno tre stadi di sviluppo nel passaggio da larva a zecca adulta, durante i quali cambiano di dimensione, arrivando a raggiungere circa i 4mm.
In Italia si trovano prevalentemente due tipi di zecche: quella dei boschi, parassita che vive per l’appunto prevalentemente nell’erba alta, nei cespugli e nel sottobosco, preferisce le zone umide ed ombreggiate ed è colei che prevalentemente morde l’essere umano; e la zecca del cane, che normalmente è parassita del migliore amico dell’uomo e solo eccezionalmente viene trovata sull’umano o altri animali diversi dal cane.
La pericolosità di questo parassita per l’uomo non dipende tanto dal suo morso, quanto dalle malattie che con esso possono esserci trasmesse: la malattia di Lyme e la febbre bottonosa.
La prima è una malattia che si manifesta dai 3 ai 30 giorni dopo il morso della zecca, con una caratteristica chiazza tondeggiante che si allarga progressivamente, chiara al centro e arrossata ai bordi. Assieme ad essa possono comparire sintomi generali come febbre, stanchezza e malessere.
La febbre bottonosa invece si manifesta a partire da 4/7 giorni dopo il contatto con il parassita ed è caratterizzata da febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e articolari, macchie rosse sulla pelle simili a bottoni appunto.
Entrambe queste malattie se individuate per tempo sono curabili con antibiotici specifici (da assumere solo dopo la diagnosi medica di un professionista, non vanno assolutamente assunti di propria iniziativa; tantomeno come prevenzione, in quanto inutile)
Nel caso ci si accorga di essere stati morsi da una zecca (generalmente rimane ben visibile il corpo del parassita attaccato alla pelle, di cui si distinguono le zampe, ma non la testa poichè penetra lo strato cutaneo durante il morso) è molto importante rimuovere l’insetto in maniera corretta per scongiurare il rischio che l’apparato buccale rimanga all’interno dell’ospite, causando infezione.
Per rimuovere la zecca in sicurezza, bisogna afferrarla con un’apposita pinzetta evitando di schiacciarla o torcerla eccessivamente.
Una volta estratto il parassita, esso non va assolutamente toccato a mani nude.
L’area del morso deve essere accuratamente disinfettata e controllata periodicamente per i successivi 30 giorni, per scongiurare una delle malattie discusse precedentemente (per aiutarsi ad identificare l’area anche dopo molti giorni, può essere utile cerchiare il morso con un pennarello indelebile).
In caso di comparsa dei sintomi tipici della malattia di Lyme o della febbre bottonosa, è necessario contattare tempestivamente il proprio medico.